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Horst Wein, ispiratore del metodo della cantera del Barcellona: 'Il calcio deve essere a misura

“Il calcio italiano ha bisogno di una Perestrojka. E di ripartire dai bambini di 8 anni, con una rivoluzione nel metodo per farli crescere”. Il suo osservatorio comprende oltre 60 Paesi, in 5 continenti. Dall'equatore al Polo, o quasi: “Beh, in Finlandia – dice Horst Wein, professore tedesco – ho lavorato molto e ci sono squadre di bambini che giocano in maniera fantastica, sembrano professionisti”. Lui, ispiratore del metodo della Cantera del Barcellona, è il guru incontrastato del calcio giovanile mondiale. L'allenatore degli allenatori: ne ha formati, negli ultimi decenni, oltre 13mila. Di recente, in Colombia, Messico, Lettonia, Polonia, India e via girando, come un “globetrotter”. Ecco perchè nessuno come lui può conoscere la geografia del calcio e come si sta seminando, per raccogliere i frutti nei prossimi anni. Non è un caso se il suo “Calcio a misura dei ragazzi” è la guida ufficiale della Federazione spagnola, grazie alla quale ha fondato il suo recente dominio globale, tradotta in sei lingue. Adesso, Horst Wein è arrivato anche in Italia, dove pensa di gettare le basi per la rinascita del calcio tricolore: come? Dando il suo contributo a un polo di formazione per allenatori che nascerà nell'Università di Sassari per iniziativa di “Informare per formare” e con il primo Festival internazionale di FUNiño (il gioco 3 contro 3 a quattro porte da lui ideato per sviluppare l'intelligenza calcistica nei bambini) che si terrà il 20 settembre a Monza, con squadre di bambini da tutta Europa. La sua ricetta base – che consiglia all'apparato pallonaro nazionale – è a costo zero: “Occorre ristrutturare le competizioni formative – dice -, cancellando ogni campionato fino ai 12 anni: in nessun paese del mondo si deve fare classifiche con i bambini, creano solo stress. Poi si deve abbreviare la stagione per i bambini a 3 mesi e offrire un gioco nuovo ogni 3 mesi, non sempre lo stesso: loro vogliono varietà”. Perchè 42 sono i giochi e più di 80 le varianti del FUNiño, utili per allenare le “sinapsi” dei piccoli calciatori e sprigionare la loro creatività. “Il calcio deve essere a misura di bambino – spiega – sia sotto il profilo fisico che intellettivo: non possono a 9 o 10 anni giocare in un campo a 7. Giocare a FUNiño significa segnare molti gol, i bambini non badano al risultato, rischiano, non hanno paura di sbagliare, anzi imparano dagli errori e si divertono, senza pressioni di nessun adulto, nessun istruttore. Il FUNiño è la rinascita del calcio di strada nel ventunesimo secolo: negli ultimi anni in Italia i bambini hanno avuto troppe pressioni, troppi esami, a calcio, come a scuola”. Secondo Wein, inoltre, “occorre modificare radicalmente l’ insegnamento: vietare l'uso del termine “istruttori” e sostituirlo con “formatori”, che stimolano i giovani con domande precise a una scoperta del gioco, senza dare istruzioni”. Lo ha già fatto l'Albinoleffe, grazie a una intuizione del suo presidente Gianfranco Andreoletti: la scorsa stagione Horst Wein e il suo staff hanno creato la “cantera” biancoceleste e i risultati si sono subito visti anche nella forma di interpretare il gioco e dominare gli avversari: vittoria dello scudetto Berretti, “e con un gioco corale, meraviglioso”, sottolinea Marcello Nardini, ex portiere dell'Hannover, braccio destro di Wein. Il naufragio azzurro ai mondiali non ha stupito il “santone” tedesco: “Qui c'è tanto da lavorare – sottolinea -. Ma i giocatori italiani hanno un talento innato, un potenziale alto, basta volerlo coltivare”. Lui ha un progetto ad hoc, che suggerisce: “Ogni Regione deve avere un centro di eccellenza calcistica – indica -, dove la Federazione può radunare i migliori talenti della zona, dai 9 anni in su. Qui si potranno allenare per tutti i 100 giorni delle vacanze estive, secondo un preciso metodo formativo, in modo da creare un sistema e coltivare i pezzi più pregiati. In cambio, ogni società che fornisce un ragazzo può accedere con un suo allenatore agli allenamenti svolti al Centro di eccellenza, così che ne conosca le metodologie. I costi? Si cominci dai contributi importanti che ogni anno la Fifa dà a tutte le Federazioni del mondo”. Per conoscere Horst Wein e la sua ottima ed efficace metodologia per adottare il calcio a misura dei ragazzi non resta che andare a toccarla con mano al Festival del 20 settembre a Monza (www.festivalfunino.it) o al successivo corso di aggiornamento che farà a Loano dal 26 al 28 settembre.

Perchè, come ama dire, “un allenatore che vince tanto con i giovani non ha lavorato per il loro futuro, ma per il proprio”.

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